Psicologia della infertilità
E’ ampiamente riconosciuto dalla letteratura scientifica che la mancata realizzazione del desiderio di un figlio innesca un vortice di emozioni e vissuti negativi (senso di colpa, vergogna, isolamento, abbattimento, rabbia, tristezza, paura e percezione di diversità) che può condurre ad una crisi di vita.
La difficoltà a concepire naturalmente può essere vissuta come una perdita di sogni futuri, una perdita fisica, una perdita di sviluppo, ossia della genitorialità e di conseguenza dei nipoti.
La coppia si trova di fronte alla scelta di fare, o meno, un percorso di fecondazione assistita (PMA), con tutti i vissuti emotivi che la accompagnano. Quando la coppia si appresta ad effettuare dei trattamenti, da una parte è contenta che la medicina e la scienza offre questa possibilità, ma dall’altra parte vive con sofferenza l’intrusività delle indagini e procedure mediche. Inoltre, sebbene la procreazione medicalmente assistita fornisca nuove speranze, non sempre i trattamenti hanno un esito positivo, per questo il percorso viene vissuto con la paura di non riuscire a realizzare ugualmente il proprio desiderio di avere un figlio.
Nel caso dei trattamenti di fecondazione eterologa, in cui i gameti sono esterni alla coppia, la decisione di utilizzare ovociti o spermatozoi donati può essere emotivamente più difficile da affrontare. I riceventi il gamete esterno devono affrontare non solo il dolore per l’infertilità ma anche la perdita del legame genetico con il proprio figlio, nonché l’incertezza sulla rivelazione o meno della verità sulle sue origini.
Gli interventi psicologici dovrebbero sempre essere inclusi nel trattamento di PMA, per fornire un supporto emotivo alle coppie e per migliorare il benessere psicologico.